
All’inizio di aprile è venuto a mancare Isamu Akasaki, lo scienziato giapponese che ha iniziato la vera rivoluzione del LED, permettendo a tutto il mondo di avere una luce efficiente, duratura, di alta qualità e rispettosa dell’ambiente.
La storia del LED parte da molto lontano ed è solo grazie al grande impegno nella ricerca scientifica che oggi siamo arrivati ad uno standard di eccellenza nell’illuminazione.
LA STORIA DEL LED PRIMA DELLA RIVOLUZIONE
Nel 1907 iniziarono i primi studi sulla fotoluminescenza, che furono portati avanti in modo indipendente da diversi paesi: UK (presso l’istituto di Marconi), Russia e Germania, senza tuttavia arrivare a delle applicazioni pratiche.
Le ricerche proseguirono per ottenere solo 1962 un LED che emettesse luce visibile. Il risultato fu ottenuto da Nick Holonyak presso i laboratori della General Elecrtic, e questo diede il via ad una intensa attività di ricerca per migliorare i risultati ottenuti e trasformarli in una tecnologia per l’uso umano.
Nei dieci anni successivi si riuscì però solo ad ottenere dei LED a luce rossa o a luce gialla, limitando drasticamente l’uso dei diodi ad emissione luminosa: il LED veniva incorporato in attrezzature che oggi definiremmo rudimentali, come i display a sette segmenti. Il LED era però diventato un bene di massa, ma dalle applicazioni estremamente ridotte rispetto alle sue attuali potenzialità.
IL GRANDE SALTO DI ISAMU AKASAKI: IL LED BLU
Con la disponibilità di led di colore giallo o rosso, le applicazioni erano estremamente limitate. La vera rivoluzione c’è stata nel 1993, con l’avvento del LED blu grazie al lavoro di Isamu Akasaki, Shuji Akamura e Hiroshi Amano. Un risultato paragonabile fu ottenuto anche da Theodore Moustakas della Boston Univerity, che però riuscì a brevettarlo solo molti anni dopo.
L’avvento del LED blu di alta qualità e dalla produzione semplificata permise la sua diffusione su larga scala, inaugurando di fatto l’epoca del LED per l’illuminazione come lo conosciamo oggi.
Il perfezionamento del LED blu, combinato con i LED precedenti a luce gialla, è stata infatti la svolta per ottenere una luce bianca, potente, di facile produzione e soprattutto ideale per l’illuminazione ad altissimo risparmio energetico.
Negli anni dieci del 2000, la resa dei LED bianchi era arrivata a 303 lumen per Watt immesso, con una durata di vita del LED di oltre 100.000 ore.
PERCHÉ È IMPORTANTE LA RIVOLUZIONE DEL LED BLU

La possibilità di produrre il LED blu ha aperto le porte alla produzione di LED per ottenere luce bianca, trasformando il panorama dell’intero settore dell’illuminazione.
Le proprietà dei LED sono infatti eccezionali a livello di:
– consumi ed efficienza
– durata del tempo di vita
– emissione di calore molto bassa.
Il lavoro di Isamu Akasaki e dei due colleghi è stato il tassello mancante nel panorama LED dell’epoca, tassello che ha permesso di fare il grande salto. La portata dell’avvento del LED blu ha fatto guadagnare ai suoi inventori il Premio Nobel per la Fisica nel 2014.
Le motivazioni della scelta dei vincitori del Nobel, pronunciate dalla Royal Academy of Sciences in occasione della premiazione, riescono a chiarire anche al grande pubblico la portata di questo avanzamento nella tecnica:
“Sono riusciti là dove tutti gli altri hanno fallito. Le loro invenzioni sono state rivoluzionarie”.
Il lavoro di Isamu Akasaki l’ha portato a ricevere il premio Kyoto in tecnologia avanzata nel 2009, la Medaglia Edison nel 2011, l’Ordine della Cultura sempre nel 2011, dall’imperatore del Giappone. Le onorificenze guadagnate da Akasaki sono state centinaia, a conferma di una carriera eccezionale.
Grazie Isamu.