EFFICIENTAMENTO ENERGETICO AZIENDALE: IN ARRIVO LA LEGGE EUROPEA

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LEGGE SUL CLIMA: L’EFFICIENTAMENTO ENERGETICO DIVENTA OBBLIGATORIO

Con la legge europea sul clima, l’efficientamento energetico diventerà presto giuridicamente vincolante per i singoli Paesi membri.

L’obiettivo è il raggiungimento del target zero emissioni nette di gas ad effetto entro il 2050. Da qui al 2050 verranno messe in atto una serie di azioni con un approccio multi sistemico, facendo entrare in gioco attori politici ed economici sia internazionali che nazionali e locali.

La UE gestirà la pianificazione e il monitoraggio degli interventi secondo una tabella di marcia condivisa con i Paesi membri.

La novità sta nel fatto che mentre fino ad oggi gli obiettivi del Green Deal Europeo erano accordi internazionali che approcciavano la questione principalmente con incentivi e strumenti ad adesione volontaria, ora si prevedono strumenti giuridicamente vincolanti.

L’efficientamento energetico diventa obbligatorio e i singoli Paesi risponderanno del raggiungimento dei target, pur potendo usufruire dello scambio di “crediti ecologici”.

Come si legge nella pagina ufficiale “La proposta della Commissione della prima legge europea sul clima intende trasformare in legge l’obiettivo fissato nel Green Deal europeo – fare sì che l’economia e la società europee diventino a impatto climatico zero entro il 2050.”

LA TABELLA DI MARCIA VERSO L’IMPATTO CLIMATICO ZERO

La tabella di marcia della legge europea sul clima si articola in diversi step temporali, che possiamo schematizzare in questo modo.

Per il periodo 2021-2030:
• intervenire nei processi di governance nazionale dei Paesi membri
• produrre una valutazione di base esaustiva per valutare gli obiettivi concreti per il 2030
• entro luglio 2021: esaminare gli strumenti politici per raggiungere gli obiettivi 2030, con eventuale modifica di tali strumenti

Per il periodo 2030-2050:
• individuare la traiettoria d’azione per raggiungere la neutralità climatica
• misurare i progressi per garantire una buona prevedibilità delle successive azioni, fornendo quindi una guida a governi, enti pubblici, imprese e cittadini
• formulare raccomandazioni adeguate, che gli stati possono o accogliere o, in alternativa, rigettare presentando fondate motivazioni per la mancata implementazione

Ad oggi, il Parlamento Europeo e il Consiglio Europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sul regolamento relativo alla legge sul clima 2021.

Una volta approvata la legge, i Paesi dovranno aggiornare e rinnovare i propri piani d’azione, ricalibrandoli ogni 5 anni grazie ai dati raccolti e alla distanza dell’obiettivo.

CAMBIAMENTO CLIMATICO: PERCHÉ INTERVENIRE ORA

Le conseguenze concrete del rapido cambiamento climatico hanno iniziato ad avere un impatto sempre più severo a livello di ambiente, economia e società.

I mancati raccolti, gli eventi meteorologici avversi sempre più intensi e frequenti, il riscaldamento e l’innalzamento del livello delle acque, il cambiamento delle correnti marine e gli incendi sono solo una piccola parte tangibile della trasformazione, in negativo, dell’ecosistema.

Le conseguenze negative del cambiamento climatico di origine umana si estendono in modo sempre più massiccio e capillare, danneggiando ogni ambito dell’attività umana, dalla salute alla sicurezza energetica.

L’azione internazionale concertata mira a contrastare gli effetti negativi (perdite e danni), a mitigare gli effetti avversi futuri e soprattutto ad invertire il trend del surriscaldamento.

Gli strumenti messi in atto a livello europeo toccano principalmente alcuni settori economici, lasciando da parte per il momento l’agricoltura, l’edilizia, la gestione rifiuti e gran parte della logistica.

Le strategie attive ad oggi riguardano il passaggio alle fonti rinnovabili e l’efficienza energetica.

Le strategia passive introducono le prassi di adattamento e mitigazione degli effetti del cambiamento climatico.

Tutto il pool di interventi è cruciale per non sforare l’innalzamento della temperatura globale al di sopra di 1,5°C, che rappresenta già una soglia problematica.

Le conseguenze economiche, sanitarie e sociali del mancato intervento possono arrivare ad un livello di gravità definito “punto di non ritorno”.

L’emergenza climatica europea è stata riconosciuta già nel 2019, spingendo al politica all’azione.

Poco dopo, il dissesto socioeconomico della pandemia ha inaspettatamente creato delle condizioni favorevoli per un cambio di rotta internazionale: la congiuntura vede una disponibilità di manodopera uscente dai settori in crisi unita agli incentivi per l’efficientamento e ai progressi tecnologici raggiunti dalla ricerca e sviluppo in ambito della green economy.

Proprio in un’epoca di urgenza, abbiamo molti mezzi in sinergia per affrontare l’emergenza ed efficientare impianti, ambienti e processi con ottimi risultati.

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QUANTO COSTA L’EFFICIENTAMENTO ENERGETICO?

Quando si parla di efficientamento energetico per combattere il cambiamento climatico si pianificano strategie ed azioni concrete che hanno un costo.

È importante mettere a fuoco da subito che il costo per il miglioramento dell’efficienza energetica è un investimento non solo sicuro ma anche necessario per evitare costi dalle 5 alle 20 volte maggiori.

Investire il prima possibile permette di avvicinare il futuro del pianeta, e quindi anche dell’economia, allo scenario migliore fra quelli modellizzati. Qui il report completo.

Nel report diffuso dal Parlamento Europeo emergono delle cifre che non lasciano dubbi.

Confrontando i costi dell’azione rispetto ai costi dell’inazione per frenare il cambiamento climatico, si può vedere l’impatto sul PIL mondiale delle due opzioni.

Ecco l’estratto del report: “La relazione Stern ha indicato che la gestione del riscaldamento globale sarebbe costata all’incirca l’1 % del PIL mondiale ogni anno, mentre il costo dell’inazione si sarebbe attestato intorno ad almeno il 5 % del PIL, fino ad arrivare al 20 % del PIL globale nello scenario peggiore fra quelli ipotizzabili”.

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