
LA CRISI ENERGETICA
I tagli alle forniture di gas attuato dalla Russia verso i paesi importatori ha un impatto di diversa portata a seconda del mix energetico nazionale di questi paesi.
Si parla di crisi energetica perché gli stati più dipendenti dalle forniture di gas russo (Italia e Germania) hanno grosse difficoltà a trasformare velocemente il mix energetico e potrebbero non garantire un’offerta di energia sufficiente.
I 3 STEP DI ALLARME: LA SITUAZIONE ITALIANA
Il piano d’emergenza abbozzato nei mesi scorsi dal governo Draghi prevede diversi step di scelte di austerity, a seconda delle necessità che si dovessero realizzare. Così il Messaggero riassume i punti salienti del piano di emergenza:
- Nelle case temperatura dei termosifoni ridotta di 2 gradi e paletti sugli orari
- Coprifuoco sull’illuminazione in casi estremi
- Taglio all’illuminazione dei lampioni nelle città e nei musei (fino al 40%)
- Chiusura anticipata degli uffici pubblici
- Riduzione del riscaldamento a 19 gradi negli uffici pubblici
- Chiusura anticipata dei locali privati (alle 23)
- Chiusura anticipata dei negozi (alle 19)
- Riduzione del gas e delle elettricità alle imprese «interrompibili»
Le misure non sono definitive, e la settimana scorsa Confindustria ha presentato proposte dettagliate per i diversi settori industriali in caso di emergenza. Ricordiamo che confindustria spingeva per salvaguardare il settore industriale, chiedendo che i tagli fossero fatti prima al settore civile in modo da salvaguardare l’economia.
Quello che invece il governo auspica è preservare il comfort delle utenze civili il più possibile.
In particolare, le proposte del governo prevederebbero interventi (tagli pianificati alle forniture per le cosiddette industrie energivore (cemento, acciaio, ceramica, carta e vetro in primis).
Confindustria avanza le sue proposte dopo aver valutato come una pianificazione oculata delle interruzioni potrebbe minimizzare i disagi e le ripercussioni negative:
- vetrerie: si tratta di un settore non interrompibile, secondo Confindustria, poiché lavora a ciclo continuo
- industria alimentare: è un settore dove le interruzioni non sono consigliate ma si può procedere con gli eventuali razionamenti, pianificati per salvaguardare l’indotto e non diffondere il panico fra la cittadinanza
- cartiere: per questo settore Confindustria indica una diminuzione graduale per non sollecitare i macchinari in modo dannoso
- acciaierie: non hanno stop tecnici per l’interruzione, salvo la gradualità di spegnimento per consentire di terminare i cicli iniziati. Inoltre non si può interrompere tutto il settore, per via del suo ruolo strategico
- cementifici: particolarmente delicati, non è indicato uno stop superiore alle 72 ore
- consumi civili: nell’ottica della salvaguardia dell’industria, Confindustria propone limitazioni più incisive per i consumi civili, ad esempio con termostato impostato a 3 gradi in meno.
AUSTERITY ENERGETICA: COSA SIGNIFICA E COME SI RISOLVE
L’austerity è una manovra principalmente economica che consiste nel taglio dei consumi in particolari momenti di emergenza. A livello nazionale, si tratta solitamente di un taglio alle spese pubbliche per risanare il bilancio.
Nel caso attuale di austerity energetica le realtà coinvolte sono diverse e più numerose, andando a coinvolgere anche il privato (a livello industriale, amministrativo e domestico).
La politica di austerity energetica programmata dal governo è una risposta d’emergenza ai tagli via via crescenti delle forniture di gas da parte della Russia.
L’Italia è dipendente dall’import di gas russo. Come riporta Italgas , il mix energetico italiano è costituito dal gas naturale per il 40%. Di questo 40%, oltre un terzo (38%) è gas acquistato dalla Russia.
Nell’evenienza di uno stop alle forniture di gas russo dobbiamo rimpiazzare, a conti fatti, circa il 15% delle fonti energetiche sul totale del nostro mix energetico.
Si tratta di una grande fetta di fonti energetiche che richiedono una mobilitazione trasversale a diversi settori. Inoltre, il prezzo dell’energia subisce in concomitanza rialzi, dovuti alla differenza fra domanda e offerta, a loop di inflazione e a dinamiche speculative. Questo rende più costoso dover “ricomprare” quel 15% di materie prime.
Sul tavolo dei brainstorming tecnici e politici arriva la proposta di limitare i danni dei razionamenti con la sostituzione più veloce possibile della quota energia mancante. Le vie sono principalmente tre: trovare importatori di gas alternativi, aumentare in emergenza la produzione delle centrali a carbone (che dovrebbero essere dismesse nel 2025) e pensare ad una risposta strutturale di lungo termine che faccia rientrare il nucleare nel mix energetico.
In Italia esistono 6 centrali a carbone: due in Sardegna per consumi isolani, e le altre quattro si trovano a Monfalcone, Venezia, Civitavecchia e Brindisi. Da Bruxelles arriva la deroga per il consumo di carbone, data la situazione d’emergenza che può diventare drammatica in inverno.
Italia e Germania percorrono gli stessi step su gas (ricerca di nuovi fornitori, l’Italia dal Mediterraneo e la Germania dal Nord Europa) e carbone, mentre per il nucleare l’Italia si trova a zero mentre la Germania affronta questioni tecniche per valutare di rinviare lo spegnimento (programmato per fine 2022) delle tre centrali nucleari attualmente in funzione.
Per quanto riguarda le rinnovabili il discorso è più complesso: per eolico e solare (fotovoltaico) si tratta di fonti energetiche non pianificabili, senza contare che il fotovoltaico è poco efficiente in Germania e che di notte semplicemente non produce elettricità. In uno scenario di diffuso stress come quello odierno, le rinnovabili non programmabili* non sono una soluzione solida a causa dell’incertezza che le contraddistingue.
Da non dimenticare infine il parametro delle emissioni, già colpito in negativo dall’aumento della produzione da carbone.
Diverse fonti energetiche emettono diverse quantità di CO2 equivalente, qui espresse in grammi di CO2 equivalente (CO2eq) per kWh prodotto:
- nucleare: carbon intensity 12 g CO2eq/kWh
- geotermico: carbon intensity 38 g CO2eq/kWh
- biomassa: carbon intensity 230 g CO2eq/kWh
- carbone: carbon intensity 820 g CO2eq/kWh
- *eolico: carbon intensity 11 g CO2eq/kWh
- *solare: carbon intensity 45 g CO2eq/kWh
- idroelettrico: carbon intensity 24 g CO2eq/kWh
- gas: carbon intensity 490 g CO2eq/kWh
- petrolio: carbon intensity 650 g CO2eq/kWh
Le fonti energetiche contrassegnate da (*) sono quelle non programmabili.
A livello nazionale ed europeo, la crisi energetica è trattata in modo strutturale e trasversale, con proposte che vedono anche la cooperazione internazionale e la coordinazione centrale degli interventi previsti (ad esempio la deroga per l’aumento della produzione elettrica delle nostre centrali a carbone).
Gli obiettivi del Green Deal non vengono dimenticati né messi in stand by: si prosegue sulla via dell’efficientamento anche come ulteriore mezzo per smarcarsi dalla dipendenza energetica, e come obiettivo prioritario a livello globale.
ILLUMINAZIONE ED EFFICIENZA ENERGETICA
Poniamo ora l’attenzione sulle misure d’emergenza che riguardano l’illuminazione pubblica, con un possibile taglio del 40% dei consumi per l’illuminazione.
A fronte di una proposta UE che comunque prevede un taglio dei consumi fra il 5% e il 20% entro marzo 2023 il taglio previsto per l’illuminazione pubblica è uno dei più incisivi.
La percentuale di minori consumi generali va comunque ponderata rispetto agli ultimi 5 anni di gestione dell’energia. Le misure operative che verranno messe in campo non sono ancora perfezionate, ma sappiamo che un buon efficientamento energetico può fare di più e meglio rispetto al semplice taglio dei consumi, che oltretutto crea disagi.
In particolare, per quanto riguarda l’illuminazione pubblica e anche quella privata, l’illuminazione a LED è un’opzione misurabile, a bassissimo impatto sul budget (gli investimenti rientrano in meno di due anni) e soprattutto si tratta di una scelta che permette di tagliare anche dell’80% i consumi elettrici per l’illuminazione.
L’efficienza energetica delle luci a LED è infatti molto spiccata e una strategia di efficientamento intelligente trae grandi vantaggi quando si sceglie di passare al LED.
Apparecchiature, macchinari e corpi illuminanti più efficienti ridurrebbero drasticamente la dipendenza energetica e aumenterebbero da subito la sicurezza energetica.
Contattaci per avere informazioni utili per le tue specifiche esigenze: ci occupiamo di illuminazione a LED professionale ad alta efficienza, sia per l’illuminazione pubblica che per il settore privato.
Grazie ad una progettazione illuminotecnica professionale sappiamo dimensionare l’impianto per ridurre l’investimento iniziale e per recuperarlo velocemente, con progetti ad hoc per ambienti gravosi, impianti indoor e outdoor sportivi, edifici storici, viabilità, spazi pubblici, opifici, magazzini.